Roberto Bombarda - attività politica e istituzionale | ||||||||||||||||||||||||||||
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Trento, 26 aprile 2006 Esattamente vent’anni fa, il 26 aprile 1986 alle ore 1 e 23 minuti esplodeva il reattore numero 4 della centrale nucleare di Chernobyl in Ucraina, a ridosso del confine con la Bielorussia. A seguito dell’incidente si formarono un violento incendio ed una nube tossica e radioattiva che contaminò un’area di 145 mila chilometri quadrati e che, spostandosi verso ovest per effetto dei venti creò problemi anche agli altri paesi europei, Italia inclusa. Nel nostro Paese questo incidente portò, per riflesso, allo stop dei progetti sul nucleare ed alla chiusura delle quattro centrali nucleari operanti. Dopo due decenni il calcolo delle vittime dell’incidente di Chernobyl, il più grande nella storia del nucleare a fini energetici, è ancora impreciso poiché migliaia di persone sono state contaminate a varia intensità ed hanno sviluppato (o stanno sviluppando o svilupperanno in futuro) diverse malattie. L’area attorno alla centrale è ancora oggi radioattiva, tanto che per proteggere il nucleo del reattore esploso è in corso la progettazione di un nuovo sarcofago il cui costo supererà il miliardo di euro! Quello che è abbastanza certo è il numero delle persone morte immediatamente dopo l’incidente o nei giorni seguenti. Si tratta, per lo più, di vigili del fuoco, personale della centrale, piloti degli elicotteri intervenuti per spegnere l’incendio e per limitare la fuoriuscita della nube radioattiva. Queste persone, nel complesso alcune decine, possono essere definite a pieno titolo come “eroi”, in quanto pur supponendo la gravità della situazione e le conseguenze derivanti dall’esposizione ad altissimi livelli di radioattività, non esitarono a sacrificare le loro vite per salvare quelle di migliaia – ma forse addirittura milioni – di persone, in Ucraina, in Bielorussia e nel resto dell’Europa. A queste persone, e più in generale alle vittime di Cernobyl, come ha ricordato recentemente l’economista Giorgio Nebbia (all’epoca parlamentare italiano) in un’intervista rilasciata alla “Nuova Ecologia”, nessuna città italiana ha mai dedicato una strada. Riguardo all’incidente di Chernobyl va poi rammentata la grande azione di solidarietà che si è tradotta in questi due decenni nella costituzione di associazioni e gruppi di volontariato, alcune delle quali hanno dedicato tempo e risorse all’ospitalità in Italia di bambini e ragazzi residenti nelle aree maggiormente esposte alla radioattività, fornendo loro ad un tempo un soggiorno in grado di migliorare le condizioni di salute e dall’altro un sostegno psicologico. Queste associazioni meritano tutto l’apprezzamento ed il sostegno delle istituzioni provinciali per la grande funzione che hanno svolto in questi due decenni. Quest’anno, grazie ad un cartello di soggetti pubblici e privati, è stato promosso un ricco programma di commemorazioni e di approfondimenti, comprendente convegni, mostre, dibattiti nelle scuole, presentazioni di libri ed altri eventi culturali. Dopo aver ricordato lo scorso anno gli effetti nefasti delle esplosioni nucleari di Hiroshima e Nagasaki, le manifestazioni in ricordo di Chernobyl si pongono quindi nell’ottica di favorire una maggiore conoscenza dello sviluppo tecnologico dell’energia atomica, dei possibili effetti in tempo di guerra ed in tempo di pace. Temi questi particolarmente attuali, viste le iniziative dell’Iran e le prese di posizione anche in ambito ONU. Si ritiene pertanto particolarmente utile, vista l’importanza del tema, che anche nei prossimi anni la Provincia promuova e sostenga iniziative mirate all’informazione, all’educazione, alla formazione culturale in particolare nei confronti delle scuole. Ciò premesso il Consiglio impegna la Giunta provinciale 1. a promuovere verso i Comuni del Trentino la richiesta di intitolare agli “Eroi ed alle vittime di Chernobyl” (ovvero ai “caduti sul lavoro” nella centrale nucleare) una strada, una piazza o qualche altra forma commemorativa (targhe, lapidi od altro); 2. a continuare nel sostegno alle associazioni impegnate nei progetti di solidarietà e di collaborazione tra il Trentino, l'Ucraina e la Bielorussia, favorendo in particolare l’ospitalità di bambini, ragazzi ed adolescenti; 3. a promuovere e sostenere iniziative culturali che possano commemorare, anche nei prossimi anni, gli effetti dell’incidente di Chernobyl. Cons. prov. Roberto Bombarda
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